Carissimi amici e colleghi ,
stiamo vivendo il periodo più buio della storia dello stato Italiano dal dopoguerra in poi.
La pandemia che ha colpito il mondo, l’Italia e, in questo momento, maggiormente le regioni del nord ma con coinvolgimento del sud e delle isole ci pone in una situazione di preoccupazione ed incertezza senza precedenti.
Stiamo seguendo l’evoluzione dei provvedimenti messi in campo dal governo per contrastare l’espansione del coronavirus, lo facciamo con una certa apprensione poiché se da un lato ciò che più ci preoccupa di più è l’aspetto legato alla salute o meglio alla sopravvivenza, dall’altro, siamo preoccupati per i notevoli risvolti economici cui è esposta la categoria degli ingegneri ed in generale dei liberi professionisti.
Le legittime e doverose restrizioni imposte con i decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Presidente della Regione Siciliana impediscono il normale svolgimento delle attività che riguardano la libera professione. Da un giorno all’altro è scomparsa la committenza, gran parte dei cantieri sono stati bloccati per ragioni di sicurezza su richiesta dalle imprese esecutrici o perché i responsabili della sicurezza hanno ravvisato rischi per gli operai o per gli addetti ai lavori in genere. L’attività degli uffici pubblici è ridotta al minimo e con il passare del tempo si assiste ad una sempre maggiore diminuzione del lavoro d’ufficio. Nonostante sia stato favorito, per ragioni di sicurezza, il lavoro agile, smart working, tale attività va a rilento perché non sempre gli uffici sono nelle condizioni di poterlo praticare. Infine, il clima di terrore che si è instaurato nel paese legato alla velocità con cui la pandemia si sta sviluppando non consente certamente lo svolgimento delle normali attività che comunemente svolgono i liberi professionisti.
Tutto ciò si sta verificando in un momento storico in cui gli ingegneri vivono, per altre ragioni abbastanza complesse, e che sono state denunciate anche di recente, una crisi che coinvolge l’intera categoria da troppo tempo bistrattata, nonostante rappresenti l’ingegno del paese, la forza propultrice dell’industria, dell’edilizia, dell’informatica, della robotica, dell’elettronica, ecc. Una categoria che si è sempre spesa nei momenti di bisogno del paese che in ambito tecnologico è stata ed è il vanto dell’Italia.
A fronte di tale disastro sia il decreto Cura Italia appena pubblicato sulla GURI che il provvedimento messo in campo dal Presidente della Cassa nazionale di previdenza ed assistenza per Ingegneri e Architetti liberi professionisti, peraltro soggetto a ratifica, non possono certamente fare fronte alle legittime istanze di aiuto che giungono con forza dalla categoria.
Ma tale condizione difficile e del tutto imprevedibile in cui ci troviamo ci deve rendere più forti. Non possiamo certo dare spazio alla rassegnazione, dobbiamo tirare fuori tutte le energie di cui siamo capaci per chiedere, alle istituzioni, maggiori sforzi in aiuto alla categoria. Ciò avverrà interessando sia la Consulta Regionale che il CNI, chiederemo ai rappresentanti della Cassa di investire il massimo delle risorse possibili, in questo momento così difficile, unico nella sua drammaticità, in aiuto ai liberi professionisti che versano in una condizione di disagio e quindi non interventi a pioggia ma mirati in aiuto ai più deboli. Chiederemo ai rappresentanti degli uffici pubblici, presenti nel territorio della provincia, di accelerare i processi telematici, che peraltro hanno trovato, di recente, riscontri positivi, in modo da favorire il lavoro a distanza e senza rischi. Chiederemo sia ai comuni che agli uffici regionali un maggiore snellimento delle procedure autorizzative e di deposito e di applicare meglio quelle già vigenti in modo da dare il giusto impulso.
In questo momento difficile per tutti, a nome del Consiglio dell’Ordine, voglio portarvi un messaggio di fiducia e speranza per il futuro. La scienza ci dice che ne usciremo, prima possibile, dipende da quanto saremo vigili e determinati nel mantenere i giusti comportamenti, ma non pensate che questo sia tempo perso. Gli uffici e già i liberi professionisti, e non da oggi, sono attrezzati per cogliere la sfida del lavoro agile o a distanza, facendo fruttare l'enorme sforzo di digitalizzazione che negli ultimi anni si è messo in campo. Piattaforme digitali per la presentazione delle pratiche, protocolli telematici, videoconferenze: siamo attrezzati per svolgere gran parte delle attività ordinarie e lo saremo sempre di più ogni giorno che passa, perché non ci dobbiamo fermare nel vivere le nostre vite, solo ci adatteremo finché la marea non passi."
19-03-2020
Il Presidente
Calogero Zicari