Caro Collega, ti comunico che è pervenuta al Consiglio di questo Ordine una nota a firma dei collegi Epifanio Bellini e Matteo Accardi contenente delle proposte di modifica e integrazione al Decreto Riolancio in materia di edilizia. Questo Consiglio ne ha condiviso lo spirito e le finalità e lha inoltrta alla Consulta Regionale con l'auspicio che possa essere  notificata e quindi recepita dal Parlamento nell'iter di conversione del decreto. Il Presidente Ing. Calogero Zicari

DI SEGUITO IL TESTO DELLA PROPOSTA

 

Misure di cui al Decreto Rilancio in materia di Edilizia e ristrutturazioni –

 Proposta di Modifica Con l’art.128 del Titolo VI “Misure Fiscali” del Decreto, da convertirsi in Legge con i necessari passaggi alle Camere, il legislatore ha voluto dare nuovo slancio alle attività di efficientamento energetico, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici, ben valutando come queste misure posseggano le potenzialità per incentivare la ripresa economica e allo stesso tempo consentano all’Italia di raggiungere quegli obiettivi di sicurezza delle comunità e di miglioramento dell’efficienza energetica concordate in sede europea con direttive.

Se da un lato è sicuramente condivisibile questa scelta di potenziamento e ampliamento degli strumenti già esistenti orientati alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, al netto delle modifiche che interverranno nel processo legislativo e dei decreti attuativi da emanarsi, non si può non rilevare nell’impostazione generale che tali misure in larga parte escludono di fatto nella loro applicazione i Centri Storici e in particolar modo quelli del Meridione, spesso soggetti, a partire dal boom edilizio degli anni ‘60 e ’70, ad un progressivo svuotamento, risultando ad oggi per la gran parte abbandonati, fatiscenti e marginalizzati dal tessuto economico e sociale delle città, alla stregua di periferie all’interno dei centri urbani.

Nello specifico, il limitare l’accesso ai benefici incentivanti ai soli condomini o agli edifici unifamiliari adibiti ad abitazione principale, vista la natura dei Centri Storici dove il numero dei residenti effettivi è molto esiguo e raramente titolare dell’intero stabile, con le restanti proprietà spesso parcellizzate e talvolta irrintracciabili, di fatto ne escluderebbe l’estesa applicabilità.

Sotto questo profilo, l’incentivo di che trattasi, potrebbe paradossalmente innescare un secondo abbandono di questi luoghi, in contrapposizione ad una lenta tendenza degli ultimi anni alla riqualificazione e alla riappropriazione di questi spazi dall’elevatissimo valore culturale, simbolico, estetico e paesaggistico, vera ricchezza d’Italia.

A questo si aggiunga l’enorme costo sociale delle messe in sicurezza provvisorie a carico delle amministrazioni comunali, raramente dotate di censimento puntuale dell’edificato, ogni anno sempre più rilevante per il progressivo decadimento delle strutture abbandonate, che contribuiscono a rendere sempre meno confortevoli e attrattive queste zone che già vivono in difficile e precario equilibrio con la semplicità e l’economicità delle nuove costruzioni in periferia che hanno però un costo sociale altissimo in consumo di nuovo suolo.

A parere degli scriventi questa è sicuramente un’occasione determinante per raggiungere quegli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio e in particolare di recupero dei Centri Storici in questi anni a più riprese perseguita, ma mai raggiunta, a cui affiancare, con determinazione, strumenti eccezionali come eccezionale è il momento.

Sinteticamente e a parere degli scriventi, nell’ambito del percorso di conversione del decreto si potrebbero introdurre le seguenti modifiche, tutte orientate a perseguire gli obiettivi di cui in premessa: .

  • Derogare per gli edifici ricadenti – nei centri e nuclei storici – ricadenti in zona A e B degli strumenti urbanistici comunali dal requisito di abitazione principale;
  • Istituire un fondo per il censimento degli immobili, mediante schede Aedes livello 0, nei centri e nuclei storici attualmente sprovvisti, al fine di istituire una banca dati georeferenziata dell’edificato e redazione del Piano di Recupero con indicazione degli edifici maggiormente vulnerabili e delle Unità Minime di Intervento;
  • Emanazione di una Legge Speciale per i Centri Storici che consenta e regolamenti l’istituzione di Consorzi per gli aggregati edilizi, da equiparare ai condomini per le misure attivate, con eventuale potere sostitutivo dell’amministrazione comunale per inadempienza dei privati (sul modello delle ordinanze di ricostruzione post sisma vedi art. 7 dell’OPCM 3820 e successivo Decreto del Commissario Delegato per la Ricostruzione n.12 del 0/06/2010);

ing. Matteo Accardi (ABGroup s.n.c.) Ing. Epifanio M. Bellini